La geopolitica raccontata dal Presidente dell’assemblea parlamentare della NATO
“La geopolitica è una scienza esatta: ad azione corrisponde una reazione”.
“Se non mi fossi accorto che c’era qualcosa di strano, avrei scatenato una crisi diplomatica…”.
Paolo Alli nasce il 6 luglio 1950 a Legnano. Dopo aver ricoperto diverse cariche nell'amministrazione comunale della sua città natale e della regione Lombardia, viene eletto nel 2013 deputato della Repubblica Italiana, nella circoscrizione Lombardia 3 per Il Popolo della Libertà ed è componente della Commissione Affari Esteri, della Commissione Politiche dell'Unione Europea e della Commissione Bicamerale per l'Attuazione del Federalismo Fiscale per tutta la XVII Legislatura.
Dopo due anni come vicepresidente dell’Assemblea parlamentare della NATO, il 19 novembre 2016 a Istanbul ne viene eletto Presidente per il successivo biennio.
L’incontro con Paolo Alli, ex presidente dell’Assemblea Parlamentare della NATO, è stato incentrato su un approfondimento della situazione geopolitica che caratterizza il mondo che
abitiamo oggi, imperniato su politiche e su equilibri sottilissimi che coinvolgono ogni paese.
Si sono delineate quattro macro-aree di interesse che risultano particolarmente rilevanti nel discorso geopolitico attuale: il Medio Oriente, il rapporto tra Turchia e l’Occidente, la cyber security e l’espansione infrastrutturale della Cina.
Medio Oriente: luogo di scontro dei grandi del mondo.
La geopolitica è una scienza esatta: ad azione corrisponde una reazione, e ogni politica deve quindi essere ponderata con attenzione. Per questo motivo è utile analizzare in primis la geografia che caratterizza il Medio Oriente: un quadrilatero immaginario composto da stati islamici, che, tra alleanze e scontri tra sunniti e sciiti, si contendono il controllo del territorio. A queste longitudini del mondo sono subentrate ingerenze degli Stati Uniti d’America e della Russia, due potenze interessate a controllare e gestire i giochi di potere che caratterizzano i paesi medio-orientali.
È da leggere in quest’ottica anche la delicata questione dei rapporti tra Turchia e il popolo curdo, in un teatro in cui il presidente Erdogan ha occupato una striscia di terra di 30 km per poter creare una netta separazione tra i curdi che vivono in paesi confinanti, al fine di poter tenere sotto controllo le sempre più forti rimostranze che nascono da questo popolo senza una patria.
La Turchia di Erdogan.
In questo delicato equilibrio sono anche da considerare le ingerenze di potenze estere: per esempio la Russia, tramite i propri servizi segreti, avrebbe aiutato Erdogan a uscire illeso dal colpo di stato attuato dall’esercito turco nel 2016. Nella notte dell’attentato, infatti, il presidente turco stava tornando a Istanbul dopo un viaggio diplomatico, ma, avvisato da alcune fonti del Cremlino, si è rifugiato su un aereo di Stato che è rimasto in quota fino a cessato allarme.
In quest’ottica si inquadra il cambiamento di relazioni avvenuto tra Turchia e Russia, al punto che Erdogan ha cessato di acquistare armamenti balistici dalla Nato diventando acquirente della Russia.
Cyber Security: frontiera della sicurezza mondiale.
Un altro tema affrontato è stato quello della cyber security, una materia spesso ignorata, ma di vitale importanza, molto cara allo stesso Alli, vittima in prima persona di un cyber-attacco da parte di spie russe. Queste ultime, fingendosi il presidente del Senato ucraino, in una conversazione telefonica hanno tentato di ottenere dichiarazioni compromettenti da parte di un esponente di spicco dell’Alleanza Atlantica con lo scopo di scatenare un incidente diplomatico. Fortunatamente il presidente Alli, avendo notato qualche stranezza, non si è sbilanciato e ha evitato una crisi internazionale.
La Cina e la nuova via della seta.
Infine abbiamo parlato di Cina, che, sebbene abbia sperimentato un rallentamento dell’espansione commerciale negli ultimi anni, torna a far discutere per i grandi investimenti nella costituzione della nuova Via della Seta. Il progetto prevede di costruire una grande via commerciale che colleghi la Cina con l’Europa, attraverso accordi bilaterali tra Repubblica Popolare Cinese e decine di paesi di tutto il mondo, che, concedendo alla Cina di poter attraversare il proprio territorio, costruire infrastrutture su di esso e utilizzarle a scopi commerciali, beneficiano di grandi innovazioni tecnologiche e strutture moderne a costo zero. Il bilateralismo attuato dalla Cina è mirato a isolare i singoli stati nelle fasi di contrattazione, incrementando il proprio potere contrattuale. C’è quindi il grosso rischio che il dragone capitalizzi questi investimenti con un controllo spregiudicato delle proprie infrastrutture.
Politics Hub ringrazia Paolo Alli per averci permesso di approfondire situazioni tanto complesse, quanto influenti sul nostro quotidiano, anche se spesso trascurate. La geopolitica è un campo in cui confluiscono storia, geografia, diplomazia e ponderatezza: essa silenziosamente opera per garantire il delicato equilibrio che governa le nostre democrazie.
Jacopo
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