Immaginate di essere su un treno che vi sta portando a Milano in un primo pomeriggio soleggiato di primavera. Avete aperto Instagram e visualizzate una storia di un ragazzo, uno sconosciuto che avete incontrato per caso, ormai mesi addietro, mentre era intento a dipingere un murales pubblicitario davanti all’Università Statale di Milano. Questo vi disse di essere un poeta di strada. Nella storia di questo misterioso ragazzo, un certo MisterCaos, vi è pubblicizzato un libro “Con le parole ovunque – poesia di strada e sovversione dello spazio urbano” e scoprite che vi sono poche copie omaggio, imbrattate di vernice e firmate, nascoste in qualche libreria indipendente di Milano. Immaginate di scendere dal treno e avviarvi alla ricerca di una di queste uniche copie imbrattate; iniziate a camminare verso Colonne ed entrate da Verso Libri, la prima tappa di altre quattro possibili alternative. Varcando la soglia della libreria, vi sentite un po' spaesati, smarriti e spaventati dal fatto di dover girare per Milano senza una meta sicura qualora non riusciste a trovare la copia da Verso; e invece, una di queste, unica nel suo genere, è proprio lì e diventa proprio la vostra. Non vi resta che leggere!
Il libro è pubblicato da Agenzia X, un laboratorio editoriale - ma non solo - situato nel Vigentino milanese, il cui intento è quello di, come si può leggere dal loro sito, “provare a mettere in relazione diverse intelligenze, da quelle accademiche ai saperi espressi dalle culture underground”. Inoltre, sempre nel sito, viene spiegato che “X” è il simbolo grafico che richiama l’acronimo ICS: Idee per la Condivisione dei Saperi. Gli autori sono Francesco Terzago, studioso di creatività urbana, e MisterCaos, il poeta di strada che avevate incontrato.
La poesia di strada è un fenomeno urbano sconosciuto ai più, ma non è invisibile, infatti esso è celato e nascosto tra i meandri più o meno bui delle metropoli italiane, ma anche nelle piazze più famose come quella del Duomo di Milano: è ovunque e da nessuna parte. Si confonde tra le miriadi di tag e scritte che popolano i muri delle città; tuttavia, quando l’occhio attento, o anche quello distratto, coglie una serie di parole unite da una certa armonia e da un certo progetto intellettuale ecco che, allora, la vede e la legge. Una poesia di strada è stata scoperta; ed è per tutti. “Poesia di strada” sembra quasi un ossimoro, un’aporia impraticabile, soprattutto per coloro che hanno da sempre conosciuto e studiato un tipo di poesia storica, impegnata, commentata, astrusa certe volte, appassionante altre, ma sempre intrappolata, come chiusa in gabbia, tra le centinaia e centinaia di pagine dei tomi di letteratura italiana che le comprimono fino a farle soffocare o addirittura morire. Con le parole ovunque, invece, racconta sia in forma teorica, sia in forma narrativa, un fenomeno internazionale reale e presente, che iniziò ormai a ridosso del nuovo secolo. Nel libro vengono riportati i poeti/artisti più importanti, vengono descritte le varie tecniche utilizzate e anche i festival dedicati esclusivamente alla poesia di strada.
È un progetto ambizioso, poiché oggi la poesia di strada coinvolge centinaia di autori che nord a sud riversano parole nello spazio urbano per riappropriarsene e innescare un dialogo con i luoghi e i suoi abitanti. Uscendo di casa si possono incontrare innumerevoli interventi che intercettano un pubblico ogni giorno più vasto ed eterogeneo, non un’entità compatta, ma una moltitudine di individui provocati dal pensiero [pag. 11]. È come se nel panorama poetico italiano si fosse creato un vuoto, uno strano nulla, successivo alle grandi poetiche dei secoli scorsi, che necessita di essere risanato, riempito, resuscitato; in un’era di iperinformazione, dove il nuovo post e il nuovo tweet in meno di ventiquattro ore divengono naufraghi che sprofondano nell’immenso oceano di internet: dimenticati. La poesia di strada, infatti, evidentemente estranea al vandalismo urbano, si vuole ribellare a questo tipo di divulgazione e a questo genere di informazione ed espressione delle proprie idee, scegliendo come campo d’azione il social network più antico del mondo: l’insediamento urbano.
La vocazione di questo genere di poetica è sicuramente sovversiva nei riguardi delle istituzioni sociali, poiché non si vuole creare uno iato tra autore e lettore, come invece può accadere con una composizione aulica ed erudita, l’intento è piuttosto quello di instaurare un rapporto empatico, una sinergia tra due cittadini qualsiasi che non necessita un rapporto didascalico, ma solo di un’immersione tutta umana nella città viva.
Un concetto che potrebbe essere racchiuso in una poesia pescata dalla strada:
“Chi getta semi al vento farà fiorire il cielo” – ivan.
Sitografia:
- Pietro Carù
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